“Una banda di idioti” di John Kennedy Toole

Siamo di fronte a uno di quei casi in cui l’aura di culto che accompagna il libro mi pare influenzata, e non poco, sia dalla drammatica biografia dell’Autore che dalla tormentata storia editoriale dell’opera. Sarà un problema mio (non posso escludere di essere del tutto privo di senso dell’umorismo), ma la lettura di questo romanzo non mi ha strappato mai neanche l’ombra di un sorriso, un ghigno sardonico, una smorfia ironica. A me è parsa solo una storia scombiccherata e popolata da personaggi grotteschi e poco interessanti, e con un…Continua la lettura di “Una banda di idioti” di John Kennedy Toole

“Little Boy” di Lawrence Ferlinghetti

Pur avendo approcciato la lettura con tanta buona volontà, confesso che il mio giudizio finale su questo libro è rispettosamente, ma fermamente, negativo. Si fosse trattato di un romanzo coevo alla temperie della beat generation, avrebbe avuto almeno un valore documentale. Qui, però, stiamo parlando di un libro pubblicato nel 2019, in occasione del centesimo compleanno di Ferlinghetti: il discorso cambia e il giudizio pure. Mi riesce infatti difficile apprezzare oggi un’opera che si autodefinisce sperimentale solo per il fatto di simulare un quasi ininterrotto flusso di coscienza e per aver…Continua la lettura di “Little Boy” di Lawrence Ferlinghetti

“kaddish.com” di Nathan Englander

Un libro soltanto discreto, macchiato com’è da qualche furbizia e forzatura di troppo. Ho trovato particolarmente irritante, al limite della rottura del patto narrativo fra scrittore e lettore, quell’improvviso salto temporale di vent’anni che trasforma ex abrupto Larry, un ebreo americano scapestrato, gaudente e non osservante (insomma la classica pecora nera della famiglia), nell’ultraortodosso Reb Shuli: un salto che assomiglia troppo a una comoda scorciatoia per non essere giudicato negativamente. Alla fine, nonostante la visione di due serie ambientate nel mondo dell’ortodossia ebraica (mi riferisco a Unorthodox e Shtisel) mi abbia aiutato…Continua la lettura di “kaddish.com” di Nathan Englander

“Evgenij Onegin” di Aleksandr Puškin

Se c’è un’opera che andrebbe letta in originale, questa è l’Onegin. La sua struttura di romanzo in versi, infatti, rappresenta un’aporia per il traduttore che, qualunque scelta faccia, dovrà confrontarsi con una certa quota di fallimento. C’è chi, come Nabokov, nella sua traduzione inglese, di fronte alla scelta tra “rima e ragione” ha “scelto la ragione”, sacrificando tutto “alla fedeltà della traduzione […]: eleganza, eufonia, chiarezza, buon gusto, uso moderno della lingua e persino grammatica”[1], con il risultato di produrre un’opera di quattro volumi e oltre duemila pagine (per tre…Continua la lettura di “Evgenij Onegin” di Aleksandr Puškin

Breviter 2021 #07 – Recensioni (e stroncature) intramuscolari

Il mar delle blatte e Le labrene di Tommaso Landolfi Quando Landolfi sposa un registro troppo virato sui toni del grottesco, produce risultati a mio avviso discutibili. Quando invece riesce a restare in perfetto equilibrio su quel bordo, come nella raccolta Le labrene, il risultato è notevole e lascia a bocca aperta il lettore di fronte alla l’incredibile e sulfurea qualità della scrittura. Il mar delle blatte di Tommaso LandolfiAdelphi, 1997pp. 150La mia valutazione su Goodreads: Le labrene di Tommaso LandolfiAdelphi, 1994pp. 168La mia valutazione su Goodreads:   Sylvia di Leonard Michaels Con…Continua la lettura di Breviter 2021 #07 – Recensioni (e stroncature) intramuscolari