“Sognando la luna” di Michael Chabon

Di fronte a un materiale così prezioso come quello rappresentato dalle memorie del nonno materno, raccolte al capezzale nel corso dei suoi ultimi giorni di vita, Chabon si lascia prendere un po’ troppo la mano dal mestiere, finendo per produrre un libro decisamente troppo lungo e, quel che è peggio, troppo “romanzato”.

Ed è un vero peccato, perché le incredibili vicende belliche dell’avo (che chiamano in causa anche L’arcobaleno della gravità di Pynchon, tanto per dire) e quelle, altrettanto incredibili, della donna che sarebbe diventata sua moglie, avrebbero meritato un diverso e più rispettoso trattamento. D’altronde è lo stesso Chabon a definire l’opera un “romanzo biografico” e a dichiarare apertamente che, nel prepararlo, si è “attenuto ai fatti, tranne laddove non corrispondessero ai ricordi, allo scopo del racconto o alla mia idea di verità”. Invece ritengo che una storia come questa fosse sufficientemente fantastica di suo e che limitarsi a raccontarla avrebbe trasformato quello che, alla fine, è un libro soltanto discreto in un libro meraviglioso.

E su questo non ho altro da dire.

Sognando la luna di Michael Chabon
Titolo originale: Moonglow
Rizzoli, 2017 (2016)
Traduzione di Matteo Colombo
pp. 526
La mia valutazione su Goodreads: