Un libro davvero modesto. Partendo da una idea debole e neanche troppo originale, DeLillo sviluppa un intreccio ancor più debole, popolandolo di personaggi-monadi che si muovono artificiosamente come all’interno di un palcoscenico teatrale, interagendo fra loro in maniera meccanica e per nulla convincente, con dialoghi di una piattezza sorprendente. Altrettanto debole, e ambiguo, il finale.
Lo scialbo manifesto di un utopistico misoneismo, a voler esser clementi. Più probabilmente un passo falso che DeLillo avrebbe potuto risparmiare a se stesso e ai suoi lettori.
E su questo non ho altro da dire.
#fallabreve: Un bel tacer non fu mai scritto (cit.). |
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