Breviter proustiano #01

Proust di Giacomo Debenedetti

Il libro, nato da un progetto di Mario Lavagetto (cui si deve anche una mirabile introduzione, che da sola varrebbe l’acquisto), raccoglie diciotto saggi del grande critico, in parte postumi e con qualche inedito.
Anche se non tutti sono perfettamente compiuti, ed è comprensibile visto che alcuni sono abbozzi per i suoi corsi universitari, i testi contenuti nel volume sono fondamentali per chi voglia approfondire l’universo narrativo rappresentato dalla Recherche. A tal proposito, è bene ricordare che l’incontro con Proust di Debenedetti fu per quest’ultimo talmente fatale da indurlo ad abbandonare le proprie velleità di scrittore, similmente al “soccombente” di bernhardiana memoria. Fortunatamente ciò non lo condusse  all’afasia, ma trovò “nella forma-saggio la propria realizzazione”, regalandoci pagine indimenticabili per finezza, profondità interpretativa e splendore espressivo, in una sorta di amorevole e intima mimesi con quell’inarrivabile modello. Se non ci credete leggete questo:

Dire che allora Proust ci incantò […] sarebbe poco dire. Fu addirittura l’unico: fu lo scrittore che più ci dette l’illusione di essere venuto a manifestare tutte le cose che a noi urgevano sulla punta della lingua. Scoprirlo, fu veramente ritrovarlo. E l’illusione, ancor più, di aver trovato il segreto, la formula magica per rendere sensibile attraverso le parole ciò che dentro di noi si agitava informe e nostalgico di luce – ma di una particolare luce, tuttavia, che rispetti anche l’ombra – insomma l’incognita psicologica e sensibile, quella della nostra personale equazione con la vita, che tutti abbiamo sulla punta della lingua ma si dilegua non appena tentiamo pronunziarla.

Proust di Giacomo Debenedetti
Bollati Boringhieri, 2005
A cura di Vanessa Pietrantonio
pp. 446
La mia valutazione su Goodreads:

 

La conversione perpetua di Giovanni Raboni

Il volume raccoglie una serie di testi che Raboni ha dedicato all’amato Marcel nel corso di oltre quarant’anni di attività. Si tratta di articoli, prefazioni, postfazioni e introduzioni estremamente eleganti ma che, mi sembra, non contengono spunti critici particolarmente originali o rilevanti. D’altronde, come dice Lavagetto nella conversazione con Giulia Raboni che chiude il libro, “nessuno vive impunemente dodici anni della propria vita a contatto quotidiano con un altro autore” e, forse, il principale (e probabilmente inevitabile) effetto collaterale della “lunghissima immersione” del poeta milanese “nel testo della Recherche per tradurla”, è proprio la difficoltà (l’impossibilità?) di riguadagnare la giusta distanza necessaria a elaborare e verificare una qualsiasi ipotesi critica sull’opera. Comunque un libro molto interessante, specie nelle parti che approfondiscono il tema della traduzione dell’opera proustiana.

La conversione perpetua di Giovanni Raboni
Monte Università Parma Editore, 2015
A cura di Giulia Raboni
pp. 163
La mia valutazione su Goodreads:

 

L’angelo della notte di Giovanni Macchia

Il libro raccoglie testi sparsi che alla profondità (e alla organicità) dell’analisi privilegiano la varietà dei temi. Pur apprezzando alcuni spunti e la profondissima cultura dell’Autore sull’argomento, tuttavia, non posso dire di averlo apprezzato particolarmente. E spero che, nelle edizioni successive alla mia, abbiano almeno tradotto in nota le lunghe e frequentissime citazioni in francese per rendere più semplice la lettura a chi, come me, pur venerando il Sommo, non ne conosce la lingua.

E su questo non ho altro da dire.

L’angelo della notte di Giovanni Macchia
Rizzoli, 1979
pp. 245
La mia valutazione su Goodreads: