Breviter 2021 #04 – Recensioni (e stroncature) intramuscolari

Finzioni di Jorge Luis Borges

Non si può restare indifferenti davanti a Borges. Tuttavia confesso che, pur restando basito di fronte alla sua incredibile capacità di creare in poche righe genealogie, bibliografie, mondi interi, non riesco ad amarlo.

Una intelligenza raffinatissima ma che trovo straniante, perché mi sembra difetti di cuore, concentrata com’è nella ricerca della perfezione cristallina del diamante, senza curarsi delle migliaia di altre possibilità con cui possono disporsi gli atomi di carbonio, in particolare di quelle che danno origine a quella cosa che chiamiamo vita.

Sono consapevole del fatto che si tratti di una precisa scelta poetica, ma questo non basta a evitarmi una inquietudine molto prossima al disagio quando lo leggo, cosa di cui, probabilmente, Borges sarebbe stato comunque piuttosto contento.

Finzioni Jorge Luis Borges
Titolo originale: Ficciones
Adelphi, 2003 (1956)
Traduzione di Antonio Melis
pp. 186
La mia valutazione su Goodreads:

 

Purgatorio di Tomás Eloy Martínez

La vita di Emilia, figlia di un’eminenza grigia della dittatura militare argentina, viene sconvolta dall’arresto e dalla scomparsa nel nulla del marito Simón. Da quel momento la sua esistenza si riduce a un grumo di dolore inemendabile, esacerbato dal non avere un corpo da seppellire, una tomba su cui piangere. Per lei non c’è più un presente, un passato, tantomeno un futuro, ma solo un tempo sospeso, rubato: il tempo di un purgatorio, appunto.

Per lei, e per le migliaia di famiglie che dovettero affrontare lo stesso orrore, però, è un purgatorio che nulla ha a che fare con la favoletta che ci hanno ammannito generazioni di catechisti, quella specie di sala d’attesa del paradiso cui sono destinate le anime che devono purificarsi per essere degne di andare al cospetto di Dio. Se in questo caso, infatti, l’attesa ha un termine, per quanto ignoto, per le vittime della dittatura argentina (e non solo di quella) si tratta invece di una condizione permanente, perché non è possibile per chi è innocente espiare le colpe del proprio carnefice.

Come spesso mi capita con la letteratura sudamericana, tuttavia, ci sono alcuni aspetti che proprio non riesco ad apprezzare. Mi riferisco, in particolare, al passaggio continuo della narrazione da un registro realistico ad uno quasi onirico. Alcuni episodi, poi, mi sembrano troppo lunghi e poco funzionali (come la storia della scrittrice Nora Balmaceda), mentre altri li ho trovati semplicemente assurdi (su tutti la cura Schroeder).

In sintesi ritengo si tratti di un libro a tratti intenso ma non del tutto riuscito, principalmente per l’utilizzo insistito di un registro metaletterario che, alla fine, risulta incongruo e inutilmente spiazzante.

#fallabreve: Gli anni del pensiero magico (semicit.).
Purgatorio di Tomás Eloy Martínez
Titolo originale: Purgatorio
SUR, 2015 (2008)
Traduzione di Francesca Lazzarato
pp. 283
La mia valutazione su Goodreads:

 

Vicino al cuore selvaggio di Clarice Lispector

Una scrittura febbrile, sulfurea, che passa incessantemente da uno stile narrativo tradizionale a un flusso di coscienza delirante, cambiando di continuo la voce narrante e con un’aggettivazione lussureggiante, eccentrica. Confesso, però, che si tratta di uno di quei libri che ho apprezzato ma che non ho amato, dato che mi sono troppo spesso trovato nel limbo di una incomprensibilità alla lunga stucchevole.

E su questo non ho altro da dire.

Vicino al cuore selvaggio di Clarice Lispector
Titolo originale: Perto do Coraçao Selvagem
Adelphi, 1987 (1944)
Traduzione di Rita Desti
pp. 193
La mia valutazione su Goodreads: