Breviter 2017 #06 – Recensioni (e stroncature) intramuscolari

Io venía pien d’angoscia a rimirarti di Michele Mari

Confesso che, dopo la lettura di questo libro, i versi del celeberrimo idillio leopardiano dedicato al nostro caro satellite hanno improvvisamente assunto un nuovo e sorprendente significato, dalle sfumature gotiche, quasi horror. Perché se è vero, e arcinoto, che di fronte alla luna “la ricordanza e il noverar l’etate” dei dolori e degli affanni dell’esistenza molcevano il cuore del sommo poeta, Mari suggerisce che i motivi profondi di quella “angoscia” fossero altri e ben più inquietanti.

Grazie a una straordinaria capacità tecnica l’Autore confeziona un piccolo gioiello ricostruendo, con effetti mimetici sorprendenti, l’immaginario diario di Orazio Carlo Leopardi, fratello minore del più noto Giacomo Tardegardo. Una mimesi tanto naturale e godibile da celare la profondissima cultura e il ponderoso lavoro filologico necessari ad ottenerla.

Un plauso all’Einaudi che ha ripubblicato quest’opera del 1990 in cui un Mari in stato di grazia, pur se alle prime prove narrative, ci regala un eruditissimo e godibilissimo pastiche.

#fallabreve: Un lupo mannaro insospettato a Recanati (semicit.)

Io venía pien d’angoscia a rimirarti di Michele Mari
Einaudi, 2016 (1990)
pp. 146
€ 13,50 (eBook € 7,99)

La mia valutazione su Goodreads:

La vita, se altro si dice di Massimiliano Timpano

Un’altra divertente (e devotissima) manomissione della biografia leopardiana è quella operata da Timpano che, nel suo omaggio al poeta recanatese, lo immagina protagonista di avventure dai tratti picareschi e dalle sfumature romantiche.

Rispetto all’opera di Mari manca l’erudita ossessione mimetica, a tutto vantaggio della costruzione di un intreccio dai toni quasi teatrali, specie nei vivacissimi dialoghi. Che poi, a ben vedere, anche qui non mancano riferimenti dotti, a iniziare dal titolo che riprende, modificandolo appena, un verso del terzo canto del Purgatorio dantesco pronunciato da Manfredi. E non è da escludere che il contrasto fra quest’uomo, passato alla storia perché “biondo […], bello e di gentile aspetto”, e il “ruminante della Marca”, che di certo non incarna il prototipo dell’avvenenza, rappresenti una sorta di beffarda, e appena velata, dichiarazione programmatica dell’Autore.

Peccato per qualche capriola stilistica di troppo: artifizi di cui Timpano non ha bisogno vista la mano leggera e, a tratti, davvero felice con cui è capace di raccontarci le sue storie.

#fallabreve: Quel che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male (cit.).

La vita, se altro si dice di Massimiliano Timpano
Bompiani, 2017
pp. 172
€ 13,00 (eBook € 7,99)

La mia valutazione su Goodreads:

Eccentrici di Geminello Alvi

Raramente un titolo mi è sembrato così adatto, perché in questo piccolo libro è tutto assolutamente eccentrico: i quarantadue personaggi scelti da Alvi, ovviamente; il criterio con cui sono stati selezionati, ammesso che ve ne sia stato uno; i particolari su cui si concentra l’attenzione dell’Autore per costruire le sue sineddochi biografiche; la “qualifica” che fa da sottotitolo al nome dell’eccentrico di turno costruita per il tramite di associazioni talvolta ovvie, come quella di Cary Grant (Attore) o di Geronimo (Capo Indiano), ma più spesso bizzarre, per cui James Stewart viene identificato con il George Bailey de La vita è meravigliosa e Greta Garbo con Ninotchka, Pellegrino Artusi diventa un Benefattore, Buster Keaton viene ridotto alla sua maschera (Imperturbabile) e Oliver Hardy è, semplicemente, Il socio di Stanlio.

Nel complesso di tratta di un’opera molto interessante ed estremamente godibile, anche se non sempre il risultato mi pare all’altezza delle intenzioni. Al termine della lettura, infatti, permane un’impressione di sfilacciamento, di artificiosità, di distanza, probabilmente dovuta, almeno in parte, a una scrittura ricercata e quasi démodé che talvolta sembra ridursi a esercizio erudito e a mera elencazione di polverose curiosità biografiche, specie nel caso dei personaggi meno noti al lettore comune, come me.

#fallabreve: Forse non tutti sanno che…

Eccentrici di Geminello Alvi
Adelphi, 2015
pp. 184
€ 13,00 (eBook € 6,99)

La mia valutazione su Goodreads:

Le cento vite di Nemesio di Marco Rossari

Un libro che inizia bene, alternando con efficacia un piano realista, per quanto bislacco, ed uno onirico. Purtroppo, con il procedere della lettura, il tono perde freschezza e vivacità, appiattendosi su un registro quasi leggero, in cui la rivisitazione del XX secolo sembra funzionale unicamente all’esercizio dell’ironia dell’Autore, talento di cui è indubbiamente dotato ma che non sempre produce effetti azzeccati, soprattutto perché mi sembra gli faccia perdere il controllo della scrittura, dando vita ad episodi troppo lunghi e ripetitivi (come la parte ambientata a Berlino) o francamente stucchevoli (il tour nei paesi comunisti).

Insomma uno spunto originale e promettente che Rossari sviluppa in maniera convincente per almeno metà libro ma che alla lunga si sfilaccia nell’inseguimento di troppe variazioni sul tema. Ritengo che una maggiore attenzione all’equilibrio strutturale avrebbe giovato all’opera che, in ogni caso, rimane apprezzabile.

#fallabreve: Cento vite (e cinquecento pagine) sono decisamente troppe.

Le cento vite di Nemesio di Marco Rossari
e/o, 2016
pp. 500
€ 18,00 (eBook € 9,99)

La mia valutazione su Goodreads:

Mabel dice sì di Luca Ricci

La scelta di Ricci di ambientare la storia in un non-luogo, la reception di un albergo, sembra contagiare in qualche modo anche i suoi protagonisti. Mi sembra, infatti, che l’anonimità del contesto si trasmetta sia alla voce narrante, un pianista che, alle soglie del diploma al conservatorio, abbandona senza motivi apparenti i sogni artistici per diventare portiere di notte, che a Mabel, una strana femme fatale che, pur priva di particolari attrattive fisiche (“di certo non era perfetta”), risulta irresistibile per gli uomini che incrociano la sua strada e rimangono intrappolati in una ambigua ragnatela fatta di dipendenza e gelosia: “sembrava che per lei l’amore fosse una specie di atto caritatevole, un tentativo di prestare soccorso che però generava più male che bene”.

Pur apprezzandone lo stile asciutto e preciso, mi sembra una storia con troppi punti in sospeso, poco ispirata, che lambisce l’anodino.

#fallabreve: Un soccombente in sedicesimo.

Mabel dice sì di Luca Ricci
Einaudi, 2012
pp. 137
€ 12,50 (eBook € 6,99)

La mia valutazione su Goodreads: