Breviter 2017 #01 – Recensioni (e stroncature) intramuscolari

L’arte di vivere in difesa di Chad Harbach

Henry Skrimshander quando si trova fuori dal campo da baseball è solo un ragazzo gracile e timidissimo che non sa bene cosa fare della sua vita. Quando è sul diamante, però, si trasforma in una sorta di semidio, guidato com’è da un istinto infallibile che gli fa eseguire gesti atletici semplici e bellissimi, misurati e tremendamente efficaci: in una parola perfetti. Portato al Westish College da Mike Schwartz, che ben presto diventa il suo migliore amico, sembra destinato a un radioso futuro nella Major League, fino a quando un incidente, provocato da un suo inaspettato errore, manda in ospedale il suo compagno di stanza Owen Dunne, e fa inceppare quella che sembrava una macchina infallibile: improvvisamente la mente di Henry, che mentre gioca è vuota da ogni pensiero, condizione essenziale per l’esercizio di una memoria muscolare quasi presciente, viene inquinata dal dubbio, paralizzata dalla paura di poter sbagliare, e da quel momento “il confine tra errore possibile ed errore inevitabile” diventa “pericolosamente sottile”.

Per riuscire nella vita è sufficiente il talento? Cosa faresti se, improvvisamente, il mondo ti crollasse addosso? Possiamo davvero fare qualcosa per superare le nostre crisi? Oppure, in realtà, i nostri problemi (e la loro soluzione) sono del tutto indipendenti da noi? Sono queste le domande a cui prova a rispondere Chad Harbach, utilizzando il baseball come metafora del rapporto fra vita e arte, paragone niente affatto azzardato perché, secondo l’Autore (peraltro in buona compagnia, basti pensare a Malamud, DeLillo e Roth), pur essendo il baseball “un’attività apparentemente inutile”, sembra in grado di “comunicare qualcosa di vero, o addirittura cruciale sulla Condizione Umana”: proprio come accade con la vera arte.

Un libro davvero buono che, con un finale più composto e dai toni meno tendenti al macabro e al grottesco, sarebbe stato ottimo, pieno com’è di spunti ironici e umoristici alternati a momenti più drammatici e dolorosi, e denso di atmosfere e personaggi che mi hanno fatto pensare al miglior John Irving.

#fallabreve: Tanto, alla fine, il punto decisivo lo segna sempre la vita.

L’arte di vivere in difesa di Chad Harbach
Titolo originale: The Art of Fielding
Rizzoli, 2012 (2011)
Traduzione di Letizia Sacchini
pp. 513
€ 20,00 (eBook € 6,99)

La mia valutazione su Goodreads:

Dio di illusioni di Donna Tartt

Chi è causa del suo mal pianga se stesso, dice la saggezza popolare. Infatti, nonostante Il cardellino non mi fosse piaciuto affatto, sono stato tentato ancora una volta da un’offerta lampo e, incuriosito dalla trama e dai suoi riferimenti alla cultura classica, ho pensato che, tutto sommato, un paio di euro potevano valere il rischio, e ho così provato nuovamente a leggere un romanzo della Tartt.

Nonostante un inizio promettente, e che mi ha fatto ben sperare, purtroppo anche qui ho ritrovato uno stile verboso ai limiti della prolissità, pieno di digressioni e divagazioni che raffreddano qualsiasi abbozzo di tensione narrativa, e che dilatano l’intreccio ai limiti della, mia, sopportazione; caratteristiche peraltro obbligate dalla scelta, anche in questo caso, di un narratore in prima persona, in vece di uno terzo e onnisciente che, a mio modesto avviso, avrebbe garantito un maggior ritmo narrativo. Il mio benevolo lettore mi perdonerà, quindi, se, anche stavolta, chiuderò citando DFW: non è un libro scritto male, ma “richiede al lettore una quantità di fatica che è ridicolmente sproporzionata rispetto alla soddisfazione che ne trae”. Almeno quando quel lettore sono io.

#fallabreve: Just an illusion.

Dio di illusioni di Donna Tartt
Titolo originale: The God of Illusions
Rizzoli, 1992 (1992)
Traduzione di Idolina Landolfi
pp. 622
€ 11,00 (eBook € 7,99)

La mia valutazione su Goodreads:

Morire in primavera di Ralf Rothmann

A meno di trovarsi di fronte ad autori che abbiano l’esigenza di dar voce a una dimensione autobiografica o testimoniale (e in questo senso il paragone che qualcuno ha fatto fra Rothmann e Grass mi pare davvero ardito, quantomeno per motivi anagrafici), o che riescano a trovare una chiave linguistica o strutturale originale (come Sebald con Austerlitz o, su un piano completamente diverso Mendelsohn con Gli scomparsi e, fra i due, la Petrowskaja con Forse Esther), il rischio dello scrivere oggi un libro (l’ennesimo) sull’incubo nazista, è quello di produrre una scialba e manierata variazione sul tema, che è esattamente quanto mi sembra sia accaduto in questo caso, non essendo riuscito a cogliere in quest’opera, probabilmente per limiti personali, alcuna particolare qualità né nella scrittura di Rothmann, né nella storia. L’impressione che ne ho tratto è che l’ambizione di scrivere un piccolo classico abbia in realtà prodotto un libro nato già (e solo) vecchio.

#fallabreve: Niente di nuovo sul fronte… Anzi no. Niente di nuovo. E basta.

Morire in primavera di Ralf Rothmann
Titolo originale: Im Frühling sterben
Neri Pozza, 2016 (2015)
Traduzione di Riccardo Cravero
pp. 205
€ 16,00 (eBook € 9,99)

La mia valutazione su Goodreads:

Casino totale di Jean-Claude Izzo

Purtroppo il mio incontro con Izzo è avvenuto troppo tardi. Non discuto il suo ruolo di caposcuola che ha reinventato gli stilemi del genere creando il filone del noir “mediterraneo”, ma purtroppo la lettura di troppi suoi epigoni ha saturato qualsiasi mia capacità di sopportazione. Poiché qualche anno fa il mio giudizio su questo libro sarebbe stato certamente diverso (e probabilmente entusiasta), ritengo che sarebbe inutile per me entrare più di tanto nell’analisi del libro, oltre che fuorviante per il mio benevolo lettore e irrispettoso nei confronti di Izzo. Per cui chiudo dicendo che questo è un libro ed un Autore che dovreste leggere: se vi piace il genere.

#fallabreve: Déjà vu.

Casino totale di Jean-Claude Izzo
Titolo originale: Total Khéops
e/o, 1998 (1995)
Traduzione di Barbara Ferri
pp. 231
€ 10,00 (eBook € 6,99)

La mia valutazione su Goodreads:

Bruges la morta di Georges Rodenbach

Questo libro mi è sembrato un vecchio gioiello di famiglia trovato in una soffitta muffita. La polvere che lo ricopre è, a un tempo, il suo fascino e il suo limite: se non lo pulisci non potrai mai indossarlo, ma se lo fai ti accorgi di quanto sia ormai irrimediabilmente fuori moda.

Il tema dell’ossessione amorosa, che sembra sconfinare in una sorta di necrofilia virtuale, sarebbe anche interessante, se non fosse declinato in maniera piuttosto meccanica, con un determinismo quasi ingenuo nella sua prevedibilità, tanto da far quasi sorridere il lettore smaliziato di oggi. Definirlo un classico, poi, mi sembra un po’ benevolo, dacché quella definizione, a mio parere, andrebbe riservata alle opere in grado di parlare ai lettori di ogni tempo, e non sono certo che questo libro abbia il respiro giusto per poterlo fare.

#fallabreve: Un Baedeker dell’ossessione amorosa.

Bruges la morta di Georges Rodenbach
Titolo originale: Bruges-la-Morte
Fazi, 2016 (1892)
Traduzione di Catherine McGilvray
pp. 105
€ 15,00 (eBook € 6,99)

La mia valutazione su Goodreads:

La donna che sembrava Greta Garbo di Maj Siöwall e Tomas Ross

Conoscevo Maj Sjöwall per la serie di Martin Beck, dieci romanzi scritti a quattro mani con il compagno Per Wahlöö fra il 1965 e il 1975 e che, nelle ultime prove, aveva già iniziato a mostrare la corda a causa del sempre più evidente squilibrio fra l’intreccio legato all’indagine poliziesca e la programmatica componente di denuncia sociale nei confronti della perbenista e corrotta società svedese, divenuta via via preponderante, quasi ideologica.

Anche questo romanzo, scritto con la collaborazione di Tomas Ross, non sfugge a quella deriva, punteggiato com’è da sermoncini sociologici abbastanza scontati che appesantiscono una narrazione che non decolla mai del tutto, complici anche i personaggi, nel complesso mal definiti e bidimensionali. Insomma: deludente.

E su questo non ho altro da dire.

#fallabreve: Il giallo che sembrava uno degli ultimi di Martin Beck.

La donna che sembrava Greta Garbo di Maj Sjöwall e Tomas Ross
Titolo originale: Kvinnan som li knade Greta Garbo
Sellerio, 2016 (1990)
Traduzione di Monica Amarillis Rossi
pp. 326
€ 14,00 (eBook € 9,99)

La mia valutazione su Goodreads: