Ogni limite ha una pazienza – “Una brutta storia” e “La notte delle pantere” di Piergiorgio Pulixi

Poche ciance: Una brutta storia di Piergiorgio Pulixi è un gran libro. Un libro di genere, Una-brutta-storiacertamente, con gli stilemi e le esagerazioni tipiche del genere, nondimeno un gran libro. I cultori sanno che i “noir” contemporanei (ammesso che questa sia la definizione giusta, il VUC non è molto abile nell’appiccicare etichette[1]) sono estremi, eccessivi, ai limiti del credibile. Sono storie in cui le donne sono tutte (tutte) degne del titolo di Miss Universo, i cattivi fanno impallidire Lucifero (e in certi momenti anche Rocco Siffredi), termini come “pietà” e “fiducia” non hanno diritto di cittadinanza e i colpi di scena sono continui e sempre più spiazzanti e a “Una brutta storia” non manca nessuno di questi elementi. In un non-luogo, una “città” che non viene mai nominata né contestualizzata più di tanto (cosa che ho molto apprezzato), si svolge la vicenda dell’ispettore Biagio Mazzeo e della sua parecchio disfunzionale “famiglia”. È una storia nerissima, dove non esiste speranza né redenzione per nessuno e dove l’innocenza, quando si palesa, viene subito spazzata via con brutalità devastante.
Man mano che andavo avanti con la lettura del testo (letteralmente unputdownable, quasi 450 pagine finite in due giorni) mi è venuto spontaneo il paragone con il Don Winslow de Il potere del cane, cioè con quello che ritengo un vero e proprio capolavoro assoluto (non per niente l’ho definito: “il Padrino scritto da Plutone”[2]).Il sig. Pulixi[3] mostra un talento non comune nel gestire una trama decisamente complessa e nel dare spessore e colore a tutti i numerosissimi personaggi che la popolano. Non dirò nulla di più sulla storia per non rovinare la lettura a quanti vorranno seguire il mio consiglio. Aggiungerò solo che mai come in questo caso il detto latino nomen omen è fuori luogo, in quanto quella narrata da Pulixi è esattamente l’opposto di una brutta storia.
la-notte-delle-pantere-L-GQTwLdÈ quindi con legittime ed elevate aspettative che mi sono accostato alla lettura de La notte delle pantere, secondo libro della serie di Biagio Mazzeo. Non posso dire di essere rimasto deluso, perché anche qui si confermano le capacità di scrittura e di costruzione della trama. Eppure l’ho trovato meno efficace, meno sorprendente, insomma meno riuscito del primo. Il problema secondo me sta proprio nel protagonista, nel suo essere così estremo, violento, corrotto. Non so quale sia il progetto del sig. Pulixi, ma a mio avviso il suo non è un personaggio che si adatta a una serialità di largo respiro, a meno di non volerlo ridurre a una macchietta: brutta, sporca e cattiva finchè si vuole, ma pur sempre una macchietta.
Per cui se La notte delle pantere è una specie di pausa che ci prepara al definitivo salto negli inferi di Mazzeo, va bene. Se però la sua vicenda letteraria non dovesse concludersi neanche nel terzo libro della serie (a quanto pare previsto per l’autunno del 2015), dubito che continuerò a essere fra i suoi lettori.
E su questo non ho altro da dire.

#fallabreve: Total eclipse of the heart.
“Una brutta storia” di Piergiorgio Pulixi
Edizioni e/o 2012
pp. 403
€ 16,00

#fallabreve: Intermezzo fra il patibolo e l’inferno
“La notte delle pantere” di Piergiorgio Pulixi
Edizioni e/o 2014
pp. 285
€ 16.50

[1] Il VUC comunica ai suoi venticinque lettori che è assolutamente conscio che cominciare a parlare di se stessi in terza persona sia il primo passo verso la schizofrenia e che ha già preso appuntamento da uno bravo.
[2] Il VUC comunica ai suoi venticinque lettori che è consapevole di quanto sia poco elegante l’autocitazione, ma che ormai è in pieno delirio di onnipotenza.
[3] Il VUC comunica ai suoi venticinque lettori che d’ora in poi si rivolgerà agli autori in questo modo perché si è irrimediabilmente montato la testa e pensa di essere l’alter ego maschile di Michiko Kakutani.

(Data di prima pubblicazione su ifioridelpeggio.blogspot.it: 24/09/2014)